Nota per la celebrazione dei riti della Settimana Santa
nella Diocesi di Roma
Anche se percepiamo ancora il peso dell’emergenza sanitaria, questa situazione non ci deve scoraggiare! Il Maestro ci guida a riscoprire la vocazione missionaria della Chiesa e nell’oggi della storia ci chiama a proseguire nell’impegno di esprimere continuamente «una nuova gioia nella fede e una fecondità evangelizzatrice» (EG 11). La pandemia ci mette ogni giorno a contatto con alcune «persone che inclinano alla tristezza per le gravi difficoltà che devono patire, però poco alla volta bisogna permettere che la gioia della fede cominci a destarsi, come una segreta ma ferma fiducia, anche in mezzo alle peggiori angustie» (EG 6). È questo l’obiettivo con cui preparare e vivere la settimana santa: contemplare noi per primi il Cristo sofferente, morto, risorto, per guidare tutta la comunità all’incontro con Lui.
Indicazioni pastorali
I pastori esortino i fedeli alla partecipazione in presenza ai riti della settimana santa. A coloro che non possono prendervi parte, si raccomandi di seguire le celebrazioni presiedute dal Santo Padre attraverso i mezzi di comunicazione.
Domenica delle Palme: Passione del Signore.
L’ulivo si consegna ai fedeli al momento dell’ingresso in chiesa, da persone che abbiano preventivamente disinfettato le mani e siano munite di mascherina. Si eviti che i fedeli si fermino presso i cesti della distribuzione, creando assembramenti. Sarebbe auspicabile che i rametti di ulivo siano preparati in bustine singole, possibilmente chiuse. Per il rito si usi la seconda forma dell’ingresso solenne con la benedizione dei rami, o la terza. Nella seconda forma, per evitare assembramenti il sacerdote si rechi con i ministri alla porta della chiesa, mentre i fedeli sono già disposti nelle loro sedute nell’aula liturgica. Dopo il saluto, la benedizione dei rami e la lettura del Vangelo, il sacerdote si reca processionalmente all’altare ed entrando può aspergere i rametti che i fedeli tengono in mano, se non lo ha già fatto durante la benedizione.
Giovedì della Settimana Santa – Messa del Crisma
Alla Messa presieduta dal Santo Padre prenderanno parte in presenza solo i membri del Consiglio Presbiterale, in rappresentanza del clero della Diocesi. Per la distribuzione degli oli saranno inviate opportune indicazioni nei prossimi giorni.
Giovedì Santo « Cena del Signore »
Si omette la lavanda dei piedi. Si ricorda che la custodia del Pane eucaristico è finalizzata alla comunione del venerdì santo. Pertanto, pro-nunciata l’orazione dopo la comunione si lasci sull’altare la pisside con le particole consacrate per il giorno seguente e si rimanga in silenzio per un congruo tempo di adorazione. Quindi, si disporrà la processione dei ministri che accompagna il Santissimo Sacramento al luogo della reposizione. Se la cappella della reposizione fosse troppo piccola per l’adorazione, i fedeli potranno rimanere in preghiera silenziosa al posto che occupavano in Chiesa durante la celebrazione. Accederanno alla cappella solo qualora fosse garantito il distanziamento fisico previsto a causa della pandemia. In ogni caso, l’adorazione non potrà prolungarsi oltre le 21.30. Si esortino i fedeli a evitare lo spostamento tra le chiese, spiegando la natura di questo momento di adorazione, che non consiste tanto nel peregrinare, ma nel sostare in preghiera nella sera in cui Gesù istituì l’Eucaristia.
L’adorazione può proseguire anche il venerdì santo, a partire dal mattino, in forma semplice e privata, fino all’inizio dell’azione liturgica della Passione del Signore.
Venerdì Santo « Passione del Signore »
Per il momento dell’ostensione e adorazione della santa Croce, colui che presiede, dopo aver baciato la Croce, stando in mezzo davanti all’altare, con brevissime parole può invitare i fedeli all’adorazione, quindi per qualche istante la tiene elevata perché la adorino in silenzio. Finita l’adorazione si porta la Croce al suo posto presso l’altare come indicato nel Messale Romano (n. 21, p. 162). La pia pratica della Via Crucis può essere celebrata solo nell’aula liturgica: mentre i fedeli rimangono al loro posto, colui che presiede, con i ministranti che recano la croce, percorre le diverse stazioni.
Domenica di Pasqua: Veglia pasquale.
La Veglia pasquale non si anticipi prima delle ore 19.00 e non si concluda oltre le ore 21.30. Le candele possono essere consegnate ai fedeli al momento dell’ingresso in chiesa, da persone che abbiano preventivamente disinfettato le mani e siano munite di mascherina, avendo cura di evitare gli assembramenti. La benedizione del fuoco si svolge presso la porta della Chiesa, alla sola presenza dei presbiteri e dei ministri, mentre tutti i fedeli sono in chiesa, rivolti verso la porta. Qualora ragioni pastorali suggeriscano di non accendere un fuoco, la benedizione si adatta alla situazione. Il sacerdote si reca all’ingresso con il ministro che porta il cero acceso e il ministro con il turibolo e la navicella. Dopo il segno di croce e il saluto, il sacerdote introduce la Veglia con le parole del Messale Romano (n. 9, p. 169), quindi omessa la benedizione del fuoco e la preparazione del cero, dice subito la formula: «La luce di Cristo che risorge glorioso…» (n. 14, p. 171). Infuso l’incenso nel turibolo, la celebrazione prosegue con la processione come indicato nel Messale. Per l’accensione delle candele dei fedeli, al secondo invito «La luce di Cristo» oppure «Cristo luce del mondo», i ministranti muniti di mascherina e che preventivamente hanno igienizzato le mani, prelevata la fiamma dal cero pasquale, la portano ai fedeli che rimangono fermi al loro posto. Durante la liturgia battesimale si seguano le raccomandazioni già date. Per l’unzione con l’olio dei catecumeni si usi un batuffolo di cotone per ogni singolo battezzando. Lo stesso valga per l’unzione con l’olio del Crisma. Nel momento del Battesimo, versando l’acqua sul capo si abbia cura che essa venga raccolta in una parte della vasca diversa da quella da cui si attingerà per battezzare gli altri catecumeni. Per la medesima ragione il battesimo per immersione si faccia solo là dove l’acqua sia corrente.
I gruppi di fedeli che solitamente celebrano la Veglia al di fuori della Chiesa parrocchiale si organizzino in un altro luogo di culto (cappelle, chiese succursali, per esempio nelle Rettorie o nelle Cappelle degli Istituti religiosi). Si ricorda tuttavia che, essendo il fonte battesimale il luogo liturgico ordinario per celebrare il sacramento della rinascita in Cristo (cf. Rito del battesimo dei bambini, n. 10. 25; Rito dell’iniziazione cristiana degli adulti, n. 25) si deve evitare di battezzare sia gli adulti sia i bambini fuori dal fonte della chiesa parrocchiale. Le limitazioni imposte da questo momento di pandemia ancora di più ci spingono a proporre una accurata catechesi pastorale e mistagogica sulla ricchezza dei segni, dei gesti e delle parole che la sapienza celebrativa della Chiesa ci ha consegnato nei riti della Settimana Santa. Si eviti dunque di impoverire i riti e i gesti per una presunta necessità di compierli al di là del loro senso e della loro ricchezza teologica.