Parrocchia Gran Madre di Dio – Pellegrinaggio Giovani 2022
Basilica Eufrasiana
Il centro storico della magnifica Porec è una tappa fondamentale durante un viaggio in Croazia. La sua struttura è quella tipica dei castri romani. Due ampie strade dividono il territorio, rendendo armonica la struttura della città. Si tratta della strada del Cardo e di quella del Decumanus. Passeggiare lungo queste vie è un’esperienza che dona relax e benessere. Oltre tutto, la bellissima zona centrale è piena di splendidi monumenti ed edifici storici di grande valore artistico. Uno di questi è costituito dalla maestosa Basilica Eufrasiana, maestosa struttura del VI secolo. La chiesa paleocristiana è patrimonio dell’UNESCO dal 1997. La Casa Romanica è un’altra attrattiva da visitare assolutamente. Si tratta di un complesso architettonico del XIII secolo, che rappresenta l’esempio di abitazione più antico dell’intera città. Nei pressi della località si trova un altro posto assolutamente da visitare. La Fortezza Paleocristiana è formata da tre suggestive colline. Si tratta di un’importante necropoli che risale all’età del ferro.
La Basilica Eufrasiana (in croato: Eufrazijevabazilika) è una basilica paleocristiana nella città di Parenzo in Istria. Il complesso episcopale, inclusa parte della basilica stessa, una sacrestia, un battistero e la torre campanaria del vicino palazzo vescovile, è uno dei migliori esempi di arte bizantina della regione. A causa del suo eccezionale valore è stata inserita tra i patrimoni dell’umanità dell’UNESCO nel 1997. Ha dignità di Basilica minore.
Il tesoro più prezioso della basilica consiste nei suoi mosaici, databili al VI secolo, considerati tra i migliori esemplari di arte bizantina del mondo.
Il mosaico sull’arco di trionfo rappresenta in alto il Cristo imberbe su un globo, tra San Pietro e San Paolo, con il Libro in mano che recita Ego sum Lux vera (Io sono la vera luce) e gli apostoli, sei per lato, ognuno recante un rotolo o una corona (come nei due Battisteri ravennati). Nell’intradosso sono rappresentati entro clipei l’Agnus Dei al centro e i busti di dodici sante martiri, sei per lato. Il mosaico del catino absidale raffigura la Vergine e il Bambino in trono d’oro coperto di gemme, incoronata dalla mano di Dio che scende fra un mare di nuvole, su uno sfondo totalmente dorato. È una delle pochissime immagini rimaste della Madre di Dio in una basilica occidentale risalente ai primi anni del Cristianesimo (l’altra, di qualche decennio precedente, è quella in Sant’Apollinare Nuovo a Ravenna). Maria è affiancata da angeli, che introducono due cortei; alla sua destra due persone all’epoca viventi: l’arcidiacono Claudio e il vescovo Eufrasio (secondo da sinistra) che le offre un modello della basilica. C’è anche un bambino tra Eufrasio e Claudio, accompagnato dall’iscrizione “Eufrasio, figlio dell’arcidiacono”. Al loro fianco appare San Mauro, con la corona in mano, primo vescovo di Parenzo e della diocesi d’Istria, martirizzato probabilmente al tempo delle persecuzioni di Diocleziano nei confronti dei cristiani; alla sua sinistra tre santi locali, Sant’Elpidio, Sant’Eleuterio e San Proietto. Tutte le figure campeggiano su un prato fiorito.
I mosaici centrali tra le vetrate dell’abside rappresentano l’Annunciazione e la Visitazione, scene che corrispondono alle due principali preghiere mariane: l’Ave Maria e il Magnificat. Nell’Annunciazione un angelo alza la mano per indicare un messaggio, Maria indossa una veste blu porporata ed un velo ed è sorpresa dall’annuncio nel momento in cui era dedita a lavori femminili (nella mano sinistra tiene un filo di lana, perchè sta filando). Sul lato opposto è un altro pannello a mosaico con la Visitazione di Maria a Elisabetta. Le due sante madri incinte si incontrano con affetto, mentre una piccola figura di serva osserva da dietro una casa. Nei pannelli più stretti campiti fra le finestre sono rappresentati San Giovanni Battista, Zaccaria e un Angelo.
Nell’abside settentrionale le figure rappresentate sono probabilmente i Santi Cosma e Damiano, nell’abside meridionale ci sono Orso di Ravenna (o altro vescovo di Ravenna) e Severo.
La decorazione musiva della basilica eufrasiana è una delle più importanti rappresentazioni dell’arte giustinianea adriatica rimaste fuori di Ravenna, e certamente vi lavorarono équipe di artisti ravennati, chiamati appositamente dal vescovo Massimiano.
Il Ciborio.
Il muro frontale dell’abside contiene una stretta banda decorata con la dedica in latino elogiante l’opera di costruzione della chiesa e la munificenza del donatore Eufrasio. La parte inferiore è decorata con pietre incrostate di madreperla; rappresenta uno degli esempi meglio conservati di opus sectile paleocristiana giunti fino a noi. Per la precisione sono 21 pannelli con 11 diverse decorazioni. Al centro si trova il trono del vescovo, con due candelabri al fianco.
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