Comunità parrocchiale
della Gran Madre di Dio
SANTO NATALE
2019
1. NELLA CITTA’ DEGLI UOMINI
Sorelle, Fratelli e Amici carissimi,
Il mistero del Natale si rinnova ogni volta che sostiamo davanti al Presepe per contemplare il neonato Bambino. Si rinnova – o almeno dovrebbe – ogni volta che incontriamo un povero, un senzatetto, un anziano, un sofferente, un Piccolo amato dal Signore.
Uscendo dalla chiesa di Ponte Milvio a tutte le ore, la piazza è brulicante ora di bambini che vanno a scuola, ora di auto imbottigliate nel trffico, ora di signore che tornano dalla spesa, ora di famiglie e giovani che passano lì il tempo dello svago, del chiacchiericcio, della movida …
Talvolta alcuni entrano in chiesa per una preghiera alla Madonna, a Padre Pio, raramente al SS.mo Sacramento.
2. E’ VENUTO AD ABITARE NELLE NOSTRE CASE
Non è I’Albero o il Presepe a significare la presenza di Gesù nelle nostre dimore. È piuttosto I’amore coniugale – pur con tutte le sue fatiche a rendere presente il Signore in famiglia. È l’affetto dei figli per i genitori e l’opera educativa dei genitori verso i figli, dei nonni per i nipoti e l’amicizia dei vicini di casa e dei parenti. Se Gesù bussa ed entra (Ap 3,20), è per restare e la sua permanenza dipende dalla nostra accoglienza, dalla preghiera di coloro che vi abitano – chiesa domestica – certi che Gesù è sempre con noi, anche quando non ce ne ricordiamo o offendiamo la sua presenza con comportamenti antievangelici.
3. VIENE POVERO TRA I POVERI
Ascoltare i poveri non è affatto semplice, nella misura in cui li consideriamo “altro” da noi. Se parliamo ancora di “diversi”, di zingari, di donne e uomini di colore ecc. come possiamo considerarli fratelli e sorelle e perciò figli di un unico Padre? Gesù è nato solo a Betlemme “al freddo e al gelo” oltre venti secoli or sono, o continua a nascere nel caldo dei tropici, nei ghiacci dell’artico ed in ogni luogo soprattutto accanto agli emarginati – ed anche nelle periferie romane o sul greto del nostro Tevere?
Se diciamo sinceramente “Padre nostro che sei nei cieli”, come non dire: “Fratello che soffri sei pur sempre mio fratello/sorella perché Gesù è il Fratello universale?” (Charles de Foucauld). Ero affamato, malato, in carcere e mi avete accolto: venite benedetti del Padre mio! (cfr. Mt 25).
4. GESU’ E’ GIOVANE SEMPRE
Giovani e ragazze, anche da noi, si pongono mille domande esistenziali e nessuno sa dare loro risposte. Spesso non la famiglia o la scuola, altri educatori o giovani adulti e neppure la Chiesa. Perché?
I giovani non si aspettano definizioni o formule magiche ma l’esempio, l’accompagnamento, la pazienza, la gioia, la speranza, l’amore … tutti atteggiamenti che esprimiamo a sprazzi ma sui quali anche noi inciampiamo alle prime difficoltà e presto ci arrendiamo. Pensare e agire positivo, non per una filosofia di vita, ma per una profonda convinzione: come discepoli di Gesù noi pure alla ricerca del Bello, del Buono, del Vero, del Giusto, del Santo, cioè di Cristo che si fa ancora una volta Bambino per condividere in tutto – fuorché nel peccato – la nostra condizione umana (cfr. Fil 2).
5. GUARDARE CON OCCHIO CONTEMPLATIVO
Ecco il segreto. Più volte ricordato da papa Francesco (cfr. EG) . È quello che il cristiano deve fare, perché la contemplazione vuoi dire guardare dentro, significa “riconoscere la domanda che emerge dalla città, scoprire i semi della Parola che ci sono nella città, svelare la presenza di Dio nella città. Se c’è questo atteggiamento contemplativo, non guardi più la città per difenderti, per proteggerti, ma per capire il contenuto , leggerne la domanda” (M.M Zuppi OR 8.11.19). Contempliamo il Presepe in casa o in chiesa e negli occhi del Santo Bambino, nel suo abbraccio, in Maria e in Giuseppe, nei Pastori del luogo e nei Magi stranieri, gli occhi di Gesù e i nostri occhi vogliono ritrovare la città degli uomini con tutte le sue contraddizioni, ma anche con un grande potenziale d’Amore.
Buon Natale di Gesù
buon anno nuovo 2020!
Don Luigi Storto
Parroco di Ponte Milvio