Ancora una volta papa Francesco ci offre una riflessione a tutto campo nella sua enciclica “Fratelli tutti“. Ne ho preso spunto per un messaggio natalizio che vuole invitare alla sobrietà e all’umiltà, così come fu storicamente la nascita del Salvatore nostro Gesù.
Natale a Greccio
Quando San Francesco volle ricostruire in un piccolo borgo l’atmosfera di Betlemme trovò della gente semplice, simile a quella della Palestina di Gesù, simile anche alle famiglie che si avventurano sul Mediterraneo, fuggendo oggi dalle guerre, dalla fame e da ogni forma di violenza.
San Francesco sperimentò così l’umiltà della Grotta santa e sicuramente scoprì che dal Presepe promana un messaggio di fraternità universale, che noi possiamo e vogliamo recuperare in tempo di pandemia, di isolamento, di solitudine e malessere di ogni genere.
Dov’è tuo fratello?
“Sono forse io il custode di mio fratello!”- risponde Caino al Creatore dopo aver ucciso Abele. E Dio lo riprende: “Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo” (Gen 4,10).
Ancora oggi siamo chiamati a vivere una cultura diversa, contraria “a quella che stiamo producendo, vuota, protesa all’immediato e priva di un progetto comune” che ci orienta a superare le inimicizie e a prendersi cura gli uni degli altri (cfr. Ft n.17).
Infatti spesso le voci che si levano a difesa dell’ambiente sono messe a tacere o ridicolizzate, ammantando di razionalità quelli che sono solo interessi particolari”, come sottolinea Papa Francesco in “Fratelli tutti” (ibidem).
Padre nostro che sei nei cieli
Fratelli e sorelle perché figli dell’unico Padre.
Nella nuova traduzione del Messale romano, entrata in vigore in queste settimane, non è superflua la esplicitazione “sorelle” che riconosce che la normale assemblea liturgica è composta da uomini e donne “e non si può fingere che le donne non siano presenti, così è giusto che siano riconosciute ed espresse nella preghiera della Chiesa” (cfr. G. Boselli). Il Padre nostro è davvero la preghiera universale, che ci rende tutti fratelli e sorelle in Cristo.
Chi è il mio prossimo?
La domanda provocatoria dei farisei ottiene da Gesù la risposta con la splendida parabola del buon samaritano (cfr. Lc 10), apportatrice di spunti di riflessione e di azione inimmaginabili.
Ad essa si sono ispirati spiritualità dell’oriente e dell’occidente e di ogni tempo e latitudine. Come non ricordare la Regola di S. Benedetto (53,15) che “esigeva che i poveri e i pellegrini fossero trattati con tutto il riguardo e la premura possibili” (Ft 90)? Alla stessa domanda noi cristiani oggi non diamo una risposta unitaria. Siamo capaci di solidarietà e carità sincera nei momenti più difficili, pronti però a tornare indietro perché cambi tutto così da non cambiare nulla!
Fratello universale
Leggiamo attentamente e meditiamo l’enciclica “Fratelli tutti” di papa Francesco, che riguarda anche l’amicizia sociale e spazia su nuovi percorsi, invitando tutte le religioni a “individuare una via di convivenza serena, ordinata e pacifica, nell’accoglienza delle differenze e nella gioia di essere fratelli perché figli di un unico Dio” (Francesco a Betlemme, 25.05.14). Il papa ricorda alcuni grandi operatori di pace: Francesco di Assisi, Martin Luther King, Desmond Tutu, il Mahatma Gandhi e specialmente il [[Beato Charles de Foucauld|beato Charles de Foucauld]]. Nel profondo del deserto africano Charles sentiva qualunque essere umano come un fratello, ma solo identificandosi con gli ultimi – osserva il papa – arrivò ad essere fratello di tutti (Ft 287).
Natale di pace, Natale di Gesù
Viviamo un Natale difficile, che ci costringe a tante chiusure e a rinunciare a tante belle tradizioni. Ma non vogliamo rinunciare ad una apertura del cuore fatta di preghiera davanti al Presepe (c’è tempo di farlo in tutte le case!), di attenzione agli anziani soli e ai malati, di festa e dono per i più piccoli. Gesù nasce anche oggi, ovunque, sempre. Perché è vivo accanto a noi, risorto e amico. Costruiamo ponti di pace e di solidarietà, ascoltiamo il canto degli angeli, l’ansimare dei pastori, la gioia di Maria e di Giuseppe, il vagito del Bambino Gesù. Ispirino progetti di pace e di carità per riprendere un cammino che mai si è interrotto e che con modi e percorsi diversi ci invita a seguire la Stella.
Buon Natale e felice 2021 di pace!